UNA DELUSIONE DA DERBY

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Veniamo subito al dunque. Ci avevano fatto credere che il Sig. Marelli, di professione "aspirante" arbitro, fosse la reincarnazione della famosa pelata del calcio che conta. Il Collina dei poveri insomma, un fischietto di tutto rispetto. Invece dopo circa cinque minuti di gioco ci siamo accorti che eravamo stati buggerati. Non è la prima volta che al San Paolo fa capolino una scadente terna arbitrale, ma credevamo che i 70000 spettatori accorsi per assistere al derby, un record assoluto per la serie C, meritassero di più. Per dirla tutta, i delusi degli spalti avrebbero meritato soprattutto la visione di una bella partita, senza i soliti banali tatticismi, senza quella paura che attanaglia le gambe dei giocatori nei match di cartello. Senza quella fobia degli allenatori di subire il gol avversario ad un minuto dalla fine. Di scena quindi il solito derby noioso e spigoloso, novanta minuti di passaggi strozzati, ammonizioni che non sono fioccate solo per l’incapacità della gestione arbitrale. Il Napoli è una squadra assemblata in fretta e furia appena un mese fa, senza ancora quegli automatismi così cari al calcio, fuori condizione e sempre in affanno. Siamo stati noi, probabilmente, a caricare la partita di troppe motivazioni, di troppo entusiasmo. Siamo ancora all’inizio di un’interminabile stagione e bisognerà pazientare ancora un po’ per assistere a spettacoli più decorosi. Il Napoli è una squadra che si farà, il tempo le darà ragione. Intanto l’Avellino a suo modo avrebbe potuto, con un pizzico di convinzione in più, tentare il colpaccio nella trasferta partenopea. Ha avuto, specie nel secondo tempo, delle buone occasioni per sbancare il San Paolo, ma il colpo del ko è rimasto sempre in canna, forse proprio per quella paura che ha investito anche il temerario Cuccureddu. Ghirardello ne sa qualcosa. Tornando agli azzurri immagino che dovranno stringere ancora un po’ i denti in vista del recupero infrasettimanale con la Fermana, per cercare soprattutto di portare a casa un risultato che vada aldilà di uno striminzito pareggio. È pur vero che non hanno il tempo materiale per riposarsi e gli infortuni non permettono un ricambio di forze in campo, ma la vittoria è d’obbligo per rimanere agganciate al treno in vetta alla classifica.

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Veniamo subito al dunque. Ci avevano fatto credere che il Sig. Marelli, di professione "aspirante" arbitro, fosse la reincarnazione della famosa pelata del calcio che conta. Il Collina dei poveri insomma, un fischietto di tutto rispetto. Invece dopo circa cinque minuti di gioco ci siamo accorti che eravamo stati buggerati. Non è la prima volta che al San Paolo fa capolino una scadente terna arbitrale, ma credevamo che i 70000 spettatori accorsi per assistere al derby, un record assoluto per la serie C, meritassero di più. Per dirla tutta, i delusi degli spalti avrebbero meritato soprattutto la visione di una bella partita, senza i soliti banali tatticismi, senza quella paura che attanaglia le gambe dei giocatori nei match di cartello. Senza quella fobia degli allenatori di subire il gol avversario ad un minuto dalla fine. Di scena quindi il solito derby noioso e spigoloso, novanta minuti di passaggi strozzati, ammonizioni che non sono fioccate solo per l’incapacità della gestione arbitrale. Il Napoli è una squadra assemblata in fretta e furia appena un mese fa, senza ancora quegli automatismi così cari al calcio, fuori condizione e sempre in affanno. Siamo stati noi, probabilmente, a caricare la partita di troppe motivazioni, di troppo entusiasmo. Siamo ancora all’inizio di un’interminabile stagione e bisognerà pazientare ancora un po’ per assistere a spettacoli più decorosi. Il Napoli è una squadra che si farà, il tempo le darà ragione. Intanto l’Avellino a suo modo avrebbe potuto, con un pizzico di convinzione in più, tentare il colpaccio nella trasferta partenopea. Ha avuto, specie nel secondo tempo, delle buone occasioni per sbancare il San Paolo, ma il colpo del ko è rimasto sempre in canna, forse proprio per quella paura che ha investito anche il temerario Cuccureddu. Ghirardello ne sa qualcosa. Tornando agli azzurri immagino che dovranno stringere ancora un po’ i denti in vista del recupero infrasettimanale con la Fermana, per cercare soprattutto di portare a casa un risultato che vada aldilà di uno striminzito pareggio. È pur vero che non hanno il tempo materiale per riposarsi e gli infortuni non permettono un ricambio di forze in campo, ma la vittoria è d’obbligo per rimanere agganciate al treno in vetta alla classifica.

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