Conte e la forza di trecento

Conte e la forza di trecento”

Se pensiamo al Kolossal “300” che narra delle gesta sanguinose degli spartani, è inevitabile fare un pensiero anche a tutte le testimonianze di ex calciatori che sono “sopravvissuti”, passateci il termine agli allenamenti di Antonio Conte.

Visti i numerosi problemi fisici che hanno accompagnato il Napoli per tutta la stagione, è inevitabile un’inversione di marcia.

Ma vediamo più nel dettaglio..

Il “sergente” Conte, dal punto di vista prettamente atletico ha sempre spremuto fino all’osso i suoi giocatori nel ritiro pre campionato, per poi raccogliere i frutti tutto l’anno. Ogni calciatore ha sempre su di sè costruita una tabella con lavoro personalizzato in base alla condizione iniziale, infatti in un primo momento si prevede poco pallone e tanta corsa, per incrementare forza e resistenza. Il metodo degli sforzi dinamici,  prevede il massimo sforzo per carichi non particolarmente alti che, uniti alla giusta dose di pianificazione tecnico-tattica consente a questa filosofia di allenamento di gestire al meglio la profilassi degli infortuni.

Il metodo Conte: gli esordi

Nasce tutto dallo studio del “training check”, un progetto che ha come target quello di differenziare e perfezionare l’allenamento sulla base di cognizioni, esperienze e abilità specifiche di ogni giocatore che vanno a comporre la preparazione atletica.
Il motto di Conte si può dedurre da questa frase: «Penso che di solito quando lavori non sorridi. Soprattutto se lavori duro. È molto difficile sorridere. E solo attraverso il lavoro duro puoi raggiungere i tuoi obiettivi».
Ricapitolando quindi vediamo i 3 step:
1) Aspetto fisico(inizio settimana), 2)Aspetto tecnico-tattico(metà settimana) e 3) Sviluppi di gioco(fine settimana)

Le ripetizioni distruttive a scalare

Gli ultimi 7 minuti sono dedicati ad un intensissimo lavoro a secco di 100 m in 20 sec, con 20 sec di riposo. Poi 75 m in 15 sec, con 15 sec di riposo, ed infine 50 m in 10 sec, con 10 sec di riposo. Questo, appunto, per 7 minuti continuativi.
Si apprende che una  particolare ossessione di Conte è il ritmo dell’allenamento: non possono esistere esercitazioni in cui un giocatore va sotto i 120 battiti al minuto. Collabora infatti in modo assiduo con il suo staff che comprende anche psicologi e nutrizionisti, per non lasciare nulla al caso. È questa l’unica via per tentare di migliorarsi e probabilmente superare i limiti di una squadra non sempre costante che molto spesso negli anni si è complicata la vita da sola. Con Conte la musica dovrebbe cambiare: unione di intenti e coinvolgimento totale anche per chi va in tribuna.

Testimonianze particolari

Marco Borriello, giocatore di Conte negli anni della Juve ha rilasciato un’intervista dove ritorna proprio su quei momenti  durante l’allenamento:
Con Conte vomitavo, ha ammesso.“Eravamo seguiti dalla Mapei, con il prof Sassi sotto un capannino a controllare tutto e poi i battiti. Quando uno abbassava un attimo i battiti arrivava il richiamino, dovevi alzare l’intensità. Con Conte sono arrivato a 196 battiti. Era appena prima dell’infarto, il 99% dello sforzo”.“Era uno forzo che la domenica ti premiava ricorda Borriello – Quagliarella bestemmiava in napoletano. Ti sentivi bene e lo dimostravi, infatti abbiamo vinto lo scudetto. Lui è un mostro anche a preparare la partita, ti correggeva, ti migliorava e migliorava la squadra. Un maestro”.

Ma non è finita qui: ecco la testimonianza anche di Simone Pepe: “Tutto il resto di quella stagione trionfale fu merito di una preparazione straordinaria che ha cambiato il modo di lavorare ma soprattutto il modo di vedere la fatica. A fine allenamento eravamo distrutti, ma quello era un valore aggiunto del mister: ci ha dato una forza fisica devastante. Non c’era una sessione specifica di lavoro che ti faceva rompere la schiena, perché te la rompevi per tutta la settimana. Ogni esercizio veniva eseguito ad altissima intensità. Anche all’Udinese correvo tanto, ma non con l’intensità che aveva la Juve di Conte.”

Basterà tutto questo a risollevare un Napoli sotto zero dal punto di vista fisico? È presto per dirlo ma sarà il campo a parlare, quello che non mente mai. Ricordiamo anche che il Napoli avrà a disposizione la settimana di lavoro tipo, senza impegni infrasettimanali eccezion fatta per i turni di campionato e ciò permetterà ad Antonio Conte di lavorare al massimo, facendo ottenere a tutti gli effettivi “la forza di 300″ sotto il punto di vista mentale e fisico, aspetto fondamentale per partire e stare sempre sul pezzo.

Si ringrazia inoltre un membro della nostra redazione: Francesco Reale, il quale ha suggerito la testimonianza di Marco Borriello.

Antonio Conte
Antonio Conte

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