DE ZERBI ILLUMINA IL CAMMINO

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E' andata, e anche fin troppo bene. Il Napoli strappa una soffertissima vittoria di misura nel primo scontro diretto di questo campionato di B. E dire che se il Rimini avesse espugnato il San Paolo ci sarebbe stato ben poco da recriminare. La prestazione azzurra è stata poco convincente e la squadra ha pagato dazio al cospetto della prima vera "grande" affrontata.

Reja rispetta le previsioni della vigilia e schiera la formazione vittoriosa a La Spezia con Bogliacino a supporto delle due punte. Otto undicesimi della squadra hanno portato il Napoli in B l'anno scorso, ma quest'impostazione può funzionare con squadre che lasciano inermi il pallino del gioco agli azzurri; se si tratta di conquistarlo, questo pallino, il discorso è ben altro. E i romagnoli evidenziano fin da subito il difetto di personalità della squadra di casa: lottano, corrono, aggrediscono gli spazi e per il poco lucido centrocampo partenopeo sono dolori. I biancorossi di Acori sono costruiti per attaccare, e possono vantare tra le loro fila giocatori di altissimo livello tecnico, quali Ricchiuti Jeda Barusso, uomini che non scopriamo certo oggi. Il raccordo tra i reparti è pressochè perfetto, il difetto dei riminesi sta nella conclusione e infatti Iezzo, autore comunque della solita ottima prestazione, è stato graziato più di una volta.

Quello che è ormai lampante è che a centrocampo il Napoli non ha nessuno in grado di prendere per mano la squadra, e anche lo spirito di gruppo tanto decantato l'anno scorso latita. I difensori tendono a scavalcare la mediana con sterili lanci lunghi, sperando in qualche spizzata di Bucchi che però sembra prigioniero della sua voglia di segnare. Immobile, sempre nascosto, il centravanti romano sembra aspettare sempre il cross dalle fasce, non ha capito che con questo modulo occasioni dalle ali non ne arriveranno. Il convento quest'anno passa palloni vaganti da 50 metri, se non cambia modo di giocare il Napoli lo deve cambiare Bucchi, pena un'esclusione che sembra ormai questione di settimane se questo è l'andazzo. In difesa Giubilato ha sofferto, appena di fronte si è trovato giocatori veloci e tecnici, ma non lo scopriamo certo oggi; urge il ritorno di Domizzi. Di Cannavaro la croce e delizia è l'eccessiva sicurezza negli interventi, nell'uno contro uno è insuperabile ma che rabbia quei passaggini sotto misura! I terzini sono andati in netta difficoltà anche a causa del lavoro sfiancante che devono fare lungo tutta la fascia. Torniamo alla zona nevralgica del gioco, dove Amodio riesce sempre a garantire un valido contributo in fase di contenimento. Il suo lavoro oscuro è davvero prezioso per la squadra, è rarissimo che il Napoli prenda gol con lui in campo.

A dir poco ingenuo il doppio cartellino in un minuto che poteva costare molto caro ai nostri; per fortuna non è andata così. Montervino e Dalla Bona sono fuori ruolo, o fuori condizione. La loro posizione in campo è di ostacolo alla manovra, non difendono nè attaccano. I poveri Grava e Savini si trovano a dover fare 110 metri al minuto per proporre qualche idea che per vie centrali purtroppo è assente, e per forza di cose cedono spesso in fase difensiva. Bogliacino è generosissimo, corre e cerca di proporsi, ma non ha dalla sua l'ultimo passaggio nè la giocata geniale. Caratteristiche che invece possiede eccome il suo presunto omologo, Roberto De Zerbi, che cambia la partita appena entrato in campo. Nessuno che abbia un minimo di sale in zucca lascerebbe fuori squadra un talento del genere, le sue solite giocate sopraffine oggi brillano ancora di più, se consideriamo che tutte e tre le azioni pericolose dei ragazzi di Reja, gol compreso, partono dal suo piede e dalla sua visione di gioco fenomenale. Fino al suo ingresso in campo la compagine partenopea si è avvicinata alla porta avversaria solo con azioni confusionarie e del tutto casuali. Una piccola nota di merito è doverosa per Calaiò, non è l'iradiddio dell'avvio di campionato ma è sempre nel vivo del gioco, svaria lungo tutto il settore offensivo togliendo punti di riferimento agli avversari.

Ecco, questa può essere la svolta: se Bucchi desse almeno la parvenza di essere minimamente pericoloso gli spazi si allargherebbero per l'arciere siciliano, che in questo stato di forma potrebbe tornare devastante come nelle prime uscite. Morale della favola, sono tre punti d'oro, ma Reja deve lavorare moltissimo nel cercare di far capire questo discutibile modulo ai suoi, o cercare soluzioni alternative. Anche a livello mentale qualcosa deve cambiare: lo dimostra il fatto che negli ultimi venti minuti, con un gol in più e un uomo in meno, il Napoli ha iniziato a dettare legge mettendo il Rimini alle corde e sfiorando anche la seconda segnatura, salvo poi rischiare anche il pareggio. Però la reazione di una squadra che i mezzi tecnici per dominare ogni partita li aveva, e li ha ancora, si è intravista, seppur in condizioni particolari.

Nell'anticipo di venerdì a Vicenza, modesta squadra di bassa classifica, mister Reja avrà gli uomini contati a centrocampo: squalificati Amodio e Dalla Bona, la carenza di materia prima potrebbe risultare un problema, oppure la soluzione di un problema. Il tecnico goriziano potrebbe prendere in considerazione la candidatura di Gatti, acantonato da due anni senza neppure una prova d'appello, e proporre Bogliacino come interno sinistro, oppure testare il 4-4-2 classico, privilegiando le fasce ma col prevedibile sacrificio della fantasia. Ma oggi finalmente anche gli stupidi hanno capito che il Napoli non può prescindere da De Zerbi.

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