DUE SETTIMANE PER LA VERITA’

Poco meno di due settimane alla verità. Fra il 10 e il 12 agosto, il Consiglio Federale definirà la geografia dei campionati. Un conclave che metterà fine all’ennesima estate calda del calcio italiano. Un fallimento il dispositivo messo a punto della Federcalcio: come l’anno scorso, fra ricorsi e controricorsi si è arrivati al mese di agosto con poche certezze. Dieci giorni intensi, febbrili, quelli che aprono la prima parte dell’ottavo mese dell’anno. Si comincia il 2, quando la III sezione del Tar del Lazio si riunisce per esaminare i ricorsi delle squadre bocciate davanti alla Camera Arbitrale del Coni. Messina, Torino, Perugia, Salernitana, Benevento, Gela, Spal, Torres, Imolese, Rosetana, più il Napoli che ricorre contro Arezzo, Ascoli, Brescia, Pescara, Piacenza e Vicenza quale terzo interessato per la vicenda-ripescaggi. Alle ore 20 di martedì sera sono attese le sentenze. Non dovessero arrivare al tramonto del 2, arriverebbero all’alba del 3: tempi brevi per conoscere i verdetti del Tribunale Amministrativo della Regione Lazio. E poco tempo per presentare ricorso al Consiglio di Stato, impellenza che toccherà alle società bocciate dal Tar o ai club già costituitisi ad opponendum che decideranno di impugnare la decisione dei giudici statali davanti all’organo di vertice della giustizia amministrativa, le cui decisioni sono attese fra lunedì 8 e martedì 9. Si lavorerà anche nel week-end, soprattutto alla Caf. La Commissione d’Appello Federale sarà infatti chiama a pronunciarsi sul ricorso del Genoa, sprofondato in C1 con tre punti di penalizzazione da scontare per decisione della Commissione Disciplinare. Illecito sportivo consumato, reato terribile: difficile per i sanguigni legali dei rossoblu ottenere una riduzione della pena. Impossibile per il Genoa sperare in un ripescaggio in B quale ultima delle retrocesse in C1: la pena è afflittiva, la Figc non arriverebbe a queste farse. E nel caso-Genoa potrebbe essere coinvolto anche il Torino, per la storia dei premi a vincere che il club granata avrebbe promesso ad alcune squadre affrontate dal Genoa. In Piemonte temono di vedersi notificare un deferimento da un momento all’altro. La situazione delle altre squadre appare abbastanza chiara. Nessuna speranza di salvezza per Perugia e Torino, che ancora oggi sono inadempienti. Poche possibilità per la Salernitana: il club granata interpreta le carte federali in un modo che la giustizia sportiva non ha condiviso. Per il Messina, il discorso cade sulla perentorietà dei termini. La società siciliana ha firmato la transazione dei debiti fiscali oltre il 12 luglio, il termine diventato perentorio per la Coavisoc. Franza ha alle costole un brutto cliente, quel Bologna di Gazzoni che vuole la serie A a tutti i costi. Il patron dei peloritani è passato al contrattacco: ha presentato un esposto alla Figc su presunti bilanci truccati del club felsineo. La Covisoc è al lavoro, toccherà alla commissione presieduta dal professor Cesare Bisoni valutare le carte, visto che l’Ufficio Indagini si è dichiarato incompetente a procedere. Il Messina, se ulteriormente bocciato (ed il Consiglio di Stato in passato ha fatto sempre rispettare la perentorietà dei termini) ripartirebbe dai Dilettanti. Non avendone i requisiti, non ha potuto partecipare al Lodo Petrucci. Discorso problematico anche per alcune altre "bocciate". La commissione per il Lodo (Macalli, Galliani, Grosso e Gentile) ha ritenuto congrua la sola offerta presentata dal Perugia (1 milione di euro per la C1), respingendo tutte le altre. Per il Torino servono altri 2 milioni di euro (l’offerta era di 7 milioni per la B), alla Salernitana altri 800 mila euro (appena 200mila euro la cifra indicata dalla cordata di costruttori pronti a ripartire dalla C1). C’è tempo fino alle ore 18 di mercoledì 3 agosto per adeguare l’offerta, e almeno il Torino è in difficoltà. Il Napoli è alla finestra ma ha dato mandato ai propri legali di lavorare sodo. Martedì il club di De Laurentiis si presenterà davanti al Tar del Lazio in vantaggio di un gol, quello messo a segno dagli amministrativisti Paolo Minervini e Stefano Vinti. Accolta la loro istanza dai giudici statali, che hanno ordinato a Figc e Inail di entrare in possesso delle effettive esposizioni fiscali dei sei club citati. Sul fronte enti previdenziali, quattro le mosse del collegio legale di cui fa parte l’avvocato Eduardo Chiacchio. La prima e la seconda sono assist forniti da due dirigenti di Enpals e Inail (Ghisani e Mungeri), che hanno fornito l’elenco delle pendenze di tutte le squadre professionistiche: altre sorprese sono in arrivo, con buona pace degli ispettori Covisoc che riprendono a tremare. La terza arriva dalla stessa Federazione, che ha dichiarato di non essere in possesso dei dati Inail perché da loro considerati come premi assicurativi, e come tali autocertificati dai legali di ogni club. Tuttavia, la Federcalcio ha precisato che qualora le autocertificazioni risultassero false, i club in questione sarebbero deferiti per illecito amministrativo. La quarta mossa verte sulla perentorietà dei termini: molti club hanno pagato fuori tempo massimo, ben oltre quel 30 giugno indicato quale termine perentorio nel comunicato 189/A (allegato B punto 7). Una mossa, quest’ultima, che potrebbe dare scacco matto agli inadempienti davanti al Consiglio di Stato, nell’ipotesi in cui il Tar dovesse rigettare i ricorsi. Il Napoli affronterà il giudizio dei giudici statali con al fianco il Comune di Napoli, costituitosi "ad adiuvandum" della società di calcio cittadina. In questi giorni, inoltre, lo staff legale del club sta valutando se presentarsi come terzo interessato nei procedimenti di Messina, Torino, Perugia e Salernitana, mentre nonostante le aspre dichiarazioni dell’avvocato del Genoa, Mattia Grassani, il Napoli dovrebbe rinunciare a costituirsi alla Caf quale terzo interessato nel processo che coinvolge il club di Enrico Preziosi.

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