Perché Rudi Garcia ha fallito a Napoli ?

Lo si poteva immaginare già al fischio finale di domenica pomeriggio, Rudi Garcia non è più l’allenatore del Napoli e nel pomeriggio di martedì 14 novembre è arrivata l’ufficialità. Fatale per l’allenatore francese la sconfitta rimediata in casa contro l’Empoli di Andreazzoli per 0-1 con una strepitosa rete di Kovalenko. La panchina dei campioni d’Italia è stata quindi affidata a Walter Mazzarri, storico allenatore del Napoli dal 2009 al 2013 e con il quale gli azzurri sono tornati in Champions League.

Ma tornando a Rudi Garcia la domanda da porsi è: perché il francese ha fallito a Napoli?

Partiamo da un fondamentale presupposto: ereditare la panchina dei campioni d’Italia dopo i risultati di Spalletti sarebbe stato complicato per tutti gli allenatori presenti nel mondo del calcio. Ancora di più per un tecnico che era uscito dall’orbita della serie A addirittura da 7 anni dopo l’esonero rimediato nel gennaio 2016 da parte della Roma.  Ma Garcia non parte male con il Napoli post-tricolore anzi, accumula 2 vittorie convincenti all’esordio di Frosinone e in casa con il Sassuolo: addirittura il francese è preoccupato per i troppi tiri nello specchio della porta senza realizzazione e lo lamenta diverse volte in conferenza stampa. L’xg delle prime due partite non scende infatti sotto l’1.40, sfiorando addirittura i 3 contro il Sassuolo al Maradona. Ma l’entusiasmo dura molto poco perché dopo le prime 2 vittorie il Napoli realizza solo due punti in 3 partite, vanificando subito l’imbattibilità casalinga (contro la Lazio) e inciampando contro una neopromossa (Genoa). Dal pari di Bologna (fine settembre) vengono mostrati in pubblico le prime crepe nel castello di ghiaccio di Garcia: dopo un’ottima prestazione rovinata da un calcio di rigore fallito, il top player Osimhen viene sostituito da Garcia a 4’ minuti dal termine per Simeone, reagendo male e attirando tutte le attenzioni sull’allenatore. Si scatena una vera e propria bufera social con il tecnico che difende le sue scelte in conferenza ed Osimhen che poi chiede scusa pubblicamente. Ma il giocattolo è già rotto perché le due successive vittorie (Udinese e Lecce) non nascondono i limiti tattici di una rosa che ricorda lontanamente quella dello scudetto. La goccia che fa quasi traboccare il vaso è l’amara sconfitta contro la Fiorentina all’ottavo turno di serie A: scelte scellerate e sostituzioni clamorose fermano il Napoli in casa, di nuovo, contro la Viola d’Italiano che domina il match. Dopo la sosta il Napoli riparte bene con due vittorie esterne non semplici (Verona e Union Berlino in Champions League) ma non convince nonostante il risultato: sopratutto in Germania la squadra appare slacciata e solo una giocata di Kvaratskhelia nel servire Raspadori salva l’allenatore. Il successivo pari con il Milan e la sconfitta con l’Empoli concludono l’era di Garcia alle pendici del Vesuvio, un esonero annunciato e forse arrivato anche troppo tardi.

TATTICAMENTE l’allenatore ha provato, senza successo, ad imprimere la sua idea di calcio allontanando i movimenti e le costruzioni dal ritmo di Spalletti che ha incantato tutta l’Europa. Lobotka non ha più avuto il pallino del gioco tra i piedi, Osimhen (quando disponibile) era un corpo esterno alla squadra e Anguissa “è tornato quello del Fulham” per citare un collega.

Nel RAPPORTO CON L’AMBIENTE in pochi hanno sostenuto Garcia: è lo stesso presidente a scaricarlo pubblicamente dopo la sconfitta con la Fiorentina in casa, rimandando a fine ottobre il suo esonero per “mancata conoscenza del campionato italiano”. L’allenatore però, non si è voluto far bene neanche dai calorosi giornalisti locali e nazionali: alla gentilezza e chiarezza delle prime conferenze stampa, hanno fatto spazio un’odio ed un classismo arroganti, risposte non chiare e sopratutto zero indicazioni tattiche.

I CALCIATORI sono stati gli unici a sostenerlo fino alla debacle con l’Empoli, nessuno ha tirato la gamba o non corso fino all’ultimo istante, a difesa della gloria, a difesa dello scudetto e a difesa dell’onestà.

E dunque dopo sole 16 partite, 8 vittorie, 4 sconfitte e 4 pareggi, Rudi Garcia torna nell’anonimato di Nizza dove potrà dedicarsi alla famiglia: forse il calcio italiano è cambiato o forse Garcia non era adatto al ruolo di successore per Napoli, ma intanto i tifosi sono distrutti dopo soli 5 mesi dall’apoteosi tricolore…

Rudi Garcia head coach of SSC Napoli gestures during the Serie A Tim match between SSC Napoli and AC Milan at Stadio Diego Armando Maradona on October 29, 2023 in Naples, Italy (Photo by Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images)

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