PAOK SALONICCO- NAPOLI 6-10-1988

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Mamma mia questo Paok !. Da quel che si diceva, il pubblico di Salonicco sembrava fatto da tanti leoni che, come negli spettacoli del Colosseo, erano pronti a balzare sulle indifese prede. Si sa, il pubblico greco in genere per il suo diciamo così " calore" era ed è conosciuto in tutta Europa, ma la voce comune voleva che i tifosi del succitato Paok, avessero " qualcosa" più degli altri. I greci furono i primi avversari degli azzurri nei 32° di finale della Coppa Uefa edizione 1988 – ’89, quella per capirci, che vide D. A. Maradona alzare il trofeo al cielo nella magica notte di Stoccarda. La gara d’ andata si disputò il 7 settembre 1988 in un S. Paolo come sempre in quegli anni, stracolmo e straboccante di passione. Il Napoli scese in campo con : Giuliani, Ferrara, Carannante. Fusi, Corradini, Renica. Crippa, De Napoli, Careca, Maradona e Romano. Il Paok non aveva nessun elemento che sarà ricordato nella " Hall of hame" del pallone, ma era una squadra terribilmente combattiva, irriducibilmente in arrendevole. Ed infatti, nonostante ripetuti attacchi, ben poche volte l’ attacco azzurro era andato al tiro in maniera pericolosa. Chi era più vicino al gol fu il povero Ciccio Romano, che prima di rompersi la gamba in un contrasto un tantinello rude, colpì il palo con una bella girata di destro all’ inizio del secondo tempo. L’ ex triestino tornò in campo solo a febbraio, quello infortunio in pratica gli costò in seguito il posto nel Napoli, che non ebbe la pazienza necessaria per attenderlo a pieno regime dopo uno stop così lungo. A fine stagione si trasferì al Torino, che condusse in pompa magna alla promozione dalla B alla A. Finalmente, dopo un’ ora di gioco, un contrasto fra Crippa ( insuperabile nel…procurarsi rigori ) ed un difensore greco per la verità non particolarmente evidente, fu punito dall’ arbitro tedesco occidentale Schmidhuber con un calcio di rigore, magistralmente realizzato da Diego. Il punteggio non mutò più, i greci se ne tornarono in patria convinti che si, riscaldando con " cura " l’ ambiente, la squadra del grande Maradona, fra le mura amiche, ci avrebbe lasciato le penne. Sugli spalti, troneggiava pomposamente uno striscione con il disegno di un’ aquila ( il simbolo del Paok ) che catturava in volo uno spaesato " Pibe de oro ". Ma il Napoli, quel Napoli, nelle atmosfere di battaglia si esaltava, anziché impauriti, gli azzurri scesero in campo ancora più vogliosi di fare bene. E difatti, il 6 ottobre 1988 ( era passato tanto tempo a causa delle Olimpiadi di Seul, disputatisi in settembre ), dopo appena 17 minuti, un classico lancio di Diego da metà campo, aveva lanciato irresistibilmente al gol Antonio Careca, che dette prova ancora una volta della sua eccellente balistica. Poco dopo il brasiliano sfiorò di nuovo la marcatura, davanti ad un pubblico che forse cominciava a rendersi conto che a volte le illusioni sono belle perché per l’ appunto restano tali. Nella ripresa, il match fu anche sospeso per lancio di oggetti, in un clima più simile ad un’ arena, il greco Skartados ( forse l’ uomo di maggior classe ) pareggiò al 65°, ma di li in avanti Giuliani non corse più pericoli, l’ uno ad uno finale non rendeva giustizia a chi sul campo si era mostrato superiore. Ma tutto ciò poco importava, il Napoli aveva con autorità saltato il primo ostacolo nella corsa verso la gloria.

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